A cura del Prof. Enrico Bruschini
Già Curatore dei Beni Artistici dell’Ambasciata Americana a Roma
Sono trascorsi oltre 500 anni dal completamento della stupenda volta della Cappella Sistina.
In tutti questi anni milioni di visitatori da tutto il mondo hanno ammirato il capolavoro del grande Michelangelo ed anche quest’anno sei milioni di persone (facendo a volte file interminabili) si sono beate della particolare magica atmosfera che si respira solo all’interno della Sistina specialmente dopo la recente “ripulitura” che ha riportato alla luce gli stupendi colori creati da Michelangelo.
La grande volta con la famosa Creazione e la parete di fondo con il Giudizio Universale non erano soltanto molto scure, erano “nere”.
Sono stati lasciati volutamente piccoli settori non ripuliti per mostrare quale era lo stato degli affreschi prima della rimozione dello strato di nerofumo proveniente dalle candele di sego e di cera usate per quattro secoli per illuminare la Sistina fino all’invenzione della luce elettrica.
Come storico dell’arte ho avuto la possibilità ed il piacere di essere stato invitato più volte ad assistere alle varie fasi della ripulitura.
È stato un sogno salire sulle impalcature ed ammirare la volta a soli venti centimetri sopra le nostre teste.
Era un sogno essere lì durante i lavori, sotto la velatura nera mano a mano riapparivano, dopo secoli i colori fantastici di Michelangelo.
Non è stato certamente un lavoro semplice.
Per cinque secoli non solo il nerofumo si era depositato sugli stupendi affreschi. Alcune crepe sulla volta avevano provocato fin dall’inizio infiltrazioni di acqua. Conseguentemente i sali di salnitro avevano lasciato un’efflorescenza bianca che già in passato era stata resa più trasparente usando olio di lino e di noce.
Altri oli ed in seguito, purtroppo, anche grassi animali erano stati applicati per “lucidare” e cercare di rendere più visibili gli affreschi già parzialmente anneriti. Dopo questi trattamenti la volta aveva assorbito ancor più il fumo e la polvere.
Bisogna aggiungere inoltre la presenza dei milioni di visitatori antichi e moderni che, con il loro respiro, avevano lasciato un ulteriore velo scuro di anidrite carbonica.
Nel laboratorio, sistemato sopra le impalcature, gli espertissimi tecnici di restauro, che operavano sotto la vigile direzione dei professori Gian Luigi Colalucci e Fabrizio Mancinelli, mi hanno mostrato il compatto velo di sporco veramente difficile da rimuovere senza danneggiare il sottile e prezioso strato di “pellicola pittorica” dell’affresco di Michelangelo.
Nel 1989, ormai quasi al termine della ripulitura della volta, ho ottenuto eccezionalmente la possibilità di scattare alcune foto particolari che pubblico volentieri in questo articolo (ho usato la mia Nikon con obiettivo 50 mm).
Nella foto si vede chiaramente in basso la parte non ancora ripulita ed un tassello evidenziato pronto per essere trattato
In alto a sinistra si nota una parte già schiarita con acqua distillata e solventi leggeri.
Al centro si possono ammirare gli stupendi colori ritrovati!
Le ridipinture ed i ritocchi apportati nei secoli per evidenziare i particolari ormai coperti, il denso nerofumo e la patina di anidrite carbonica sono stati rimossi con appropriate soluzioni di dimetilformaldeide.
La foto mostra un settore del pennacchio della volta posto a destra appena sopra la parete del Giudizio Universale. Esso rappresenta la raffigurazione del serpente di bronzo con cui Mosè salvò gli israeliti dalla punizione divina.
Dobbiamo veramente essere grati alla generosità e alla lungimiranza dell’azienda televisiva giapponese Nippon Television Network, che ha sponsorizzato la maggior parte delle spese donando 4,2 milioni di dollari Usa, riservandosi tutti i diritti fotografici, cinematografici e televisivi (è questo il motivo per cui in Sistina è assolutamente vietato prendere fotografie anche senza flash).
È soprattutto doveroso essere grati alla grande professionalità dei tecnici che hanno eseguito il lavoro.
Era quasi commovente vedere l’attenzione e la passione con la quale “accarezzavano” l’opera servendosi di piccole e soffici spugne marine impregnate di solvente!
In questa foto ripresa sopra le impalcature si vede il laboratorio di pulitura posizionato appena sotto la volta.
Si notino sul tavolo i solventi usati per rimuovere la patina scura, il computer che raccoglieva sia la mappatura completa della volta sia le varie fasi del lavoro e soprattutto si noti la visione ravvicinata del celebre riquadro michelangiolesco della “Divisione della Luce dalle Tenebre”.
Ho sempre usato il termine “ripulitura” perché per me non è corretto parlare di “restauro” della Cappella Sistina. Non è stato aggiunto colore. È stato “soltanto” tolto lo sporco e parte delle ridipinture aggiunte da altri artisti. Il termine proprio è perciò “Ripulitura”!
Un lavoro immenso e perfetto.
Michelangelo, lavorando da solo, aveva impiegato incredibilmente soltanto quattro anni per completare la volta. Dodici esperti, per ripulirla nel modo appropriato, hanno impiegato sei anni.
Due secoli fa il grande scrittore tedesco Goethe aveva affermato.“Senza aver visto la Cappella Sistina non è possibile formarsi un’idea apprezzabile di cosa un uomo da solo sia in grado di ottenere”.Ora noi possiamo ammirarla in tutto il suo splendore originale e non più vederla come “attraverso un vetro scuro”!
Una cosa mi ha colpito particolarmente mentre ero sopra le impalcature: la visione ravvicinata delle Sibille affrescate sulla parte più inclinata della volta.
Era stata appena ripulita la stupenda Sibilla Libica, l’ultima affrescata dall’artista. Essa sta chiudendo il libro delle profezie pagane e si accinge a lasciare il trono (segno che, avendo prefigurato la nascita di un Fanciullo da una Vergine, aveva compreso la vacuità della religione pagana ed era pronta ad avvicinarsi alla Nuova Religione?)
Mentre affrescava la Sibilla il grande Michelangelo aveva tenuto conto dell’effetto che si sarebbe visto dal basso. Sulle impalcature la Sibilla è alta in realtà meno della metà di quanto essa appare vista dal pavimento.
Per accertarvene controllate con un righello le misure: in larghezza alle estremità delle dita delle mani, in altezza dalla sommità della testa all’alluce del piede sinistro, è incredibile, l’altezza “vera” della Sibilla è meno della metà di come essa appare dal basso!
Michelangelo, nella parte più curva della volta ha dipinto “mostri” che appaiono perfetti soltanto se visti dal pavimento della Sistina.
Per far comprendere meglio la sproporzione della figura ho volutamente lasciato la testa (si nota nella mia foto) di un Sottosegretario del Governo Clinton che avevo invitato; la sua testa è normale, alle sue spalle appare il magnifico “mostro”.
Non meravigliamoci, ricordiamo che Michelangelo è stato il primo artista ad essere dichiarato Genio.
Permettetemi di dire che questa foto, l’unica esistente che dimostra la voluta sproporzione delle Sibille e dei Profeti, ha provocato stupore durante le conferenze che mi sono state richieste da varie università americane ed è stata pubblicata soltanto sul mio libro “Roma e il Vaticano” pubblicato dalle Edizioni Musei Vaticani ed ora quasi completamente esaurito in tutte e dodici le lingue nel quale era stato tradotto.
Ci sono molte altre incredibili novità scoperte in Sistina dopo la ripulitura, che sarò lieto, se vorrete, di descrivere in nuovi articoli.